18 aprile 1945: la memoria storica, vittima collaterale del coronavirus

Il 18 aprile 1945 le truppe americane entravano a Lipsia, già pesantemente bombardata. Quest’anno niente celebrazioni in piazza. La memoria diventa virtuale. 

Il 75esimo anniversario della Liberazione di Lipsia è passato quasi inosservato. Solo un mazzo di fiori depositato, senza clamore di pubblico, sulla targa commemorativa davanti al museo Runde Ecke. Non ci sono state le grandi celebrazioni che ci sarebbero volute e che erano previste. Ma se avete visto lenzuoli bianchi alle finestre, sappiate che erano lì a ricordare, anche in tempi di coronavirus, la data della fine del nazismo nella città sassone.

Quando, il 18 aprile 1945, la seconda e la 69esima divisione di fanteria americana entrarono a Lipsia furono accolte da bandiere bianche che sventolavano per la città, ma per dichiarare la guerra veramente finita bisognerà aspettare ancora due giorni.
In città restavano trincerate le unità Volkssturm e Wehrmacht. Hans von Ziegenar, Kampfkommandant della città, già deposto all’inizio di aprile, consegnò agli americani un documento di resa il 19 aprile.  Il suo successore Von Poncet si arrese solo dopo il combattimento del 20 Aprile al Völkerschlachtdenkmal.

Qualche giorno prima dell’ingresso degli americani in città, gli attivisti dell’NKFD (Comitato nazionale per la Germania libera – Nationalkomitee Freies Deutschland) avevano distribuito volantini in cui invitavano i cittadini di Lipsia ad arrendersi.
La storia racconta che i principali responsabili cittadini scelsero il suicidio. Il sindaco Alfred Freyberg, sua moglie e la figlia si uccisero nella sede del Municipio. Lo stesso giorno si diedero la morte il vice sindaco Kurt Lisso e la sua famiglia. L’ex sindaco di Lipsia, Walter Dönicke, si suicidò il giorno seguente, il 19 aprile.
Gli americani rimasero a Lipsia solo per due mesi e mezzo. Il 2 luglio 1945, l’esercito sovietico prese possesso della città come parte della zona di occupazione sovietica.

Quella di Lipsia non è l’unica commemorazione cancellata o rimandata a causa delle misure restrittive. La Storia è la vittima collaterale della pandemia di coronavirus, nel 75esimo anniversario dalla fine del nazi-fascismo. Aprile ne era il mese simbolo, quello in cui piano piano vennero restituiti i vivi e i morti dei lager tedeschi: il 10 aprile fu il giorno della liberazione del campo di concentramento di Buchenwald (Turingia), l’11 Mittelbau-Dora, il 19 Bergen-Belsen, il 22 Sachsenhausen, il 23 Flossenbürg, il 29 Dachau, il 30 aprile Ravensbrück.

Il 7 maggio 1945 la Germania nazista firmò la propria resa, che sarebbe entrata in vigore alle 23.01 del giorno seguente. Hitler si era ucciso il 30 aprile. Il 2 settembre, con la resa giapponese, finiva la Seconda guerra mondiale.

credit photo: © Stadtgeschichtliches Museum

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