Fernweh tra i mercatini di Natale

Seconda Quatscherata. Se vi siete persi la prima, poco male: leggetela qua. In questo “episodio” vi invitiamo a leggere e viaggiare, che è lo stesso.

di Davide Gottini.

Poniamo il caso che vi venga voglia di viaggiare, ma che, per una ragione o un’altra, l’unico viaggio pensabile al momento sia quello per la Biblioteca di Italiani a Lipsia. 

Superata indenni la selva oscura dei mercatini di Natale, imboccate il Passage e scorgete la luce al neon del piano terra dell’Europa Haus. La traversata non è stata a vuoto: la Biblioteca è aperta. 

Entrate, commentate con noi la follia collettiva dei mercatini di Natale (a cui, al termine di questa digressione, ben volentieri vi unirete), e subito vi salta agli occhi Un viaggio per due, Sudamerica zaino in spalla di Emiliano Perani e Nadia Rossi. Proprio la cura che cercavate. Dalla quarta copertina leggete: “Una coppia di giovani bergamaschi che nel 2018 ha scelto di mettere in stand-by la propria vita quotidiana e prendersi alcuni mesi per esplorare un altro angolo del mondo.” 


“Hey, quadrupede! Sprechen Sie come me?” Che c’entra Madagascar? E’ l’unico film sulla Fernweh che mi è venuto in mente.

Già vi vedete alla stazione di Lipsia, zaini gonfi ed entusiasmo alle stelle, ad aspettare il primo treno per Altro angolo del mondo. In effetti, una rapida occhiata alla cartina con le 29 tappe del viaggio di Emiliano e Nadia, da Buenos Aires a Quito, in Equador, basterebbe a mettere la Fernweh a chiunque. 

E allora: partiti da Buenos Aires in loro compagnia, risalireste l’America latina fino al Cile, fermandovi ad ascoltare la storia di Gregorio Charles Lewis, protagonista del romanzo di Paco Ignacio Taibo I, intitolato Pallide bandiere. Siete ancora lì che prendete fiato dopo aver scavallato le Ande, e l’autore vi racconta di come, insieme ad altri giovani, ha deciso di uccidere Pinochet. Costretti ad ammettere che del Cile e della sua storia ricordate giusto qualche canzone degli Intillimani, e in verità solo i ritornelli, vi viene consigliato un documentario commovente, La battaglia del Cile di Patricio Guzman, che vi sorprenderà non solo per la tragedia che racconta, che forse in realtà ricordate bene, ma per la straordinaria lucidità nelle parole della gente. Rimarreste in Cile ancora un po’, almeno il tempo di leggere l’autobiografia di Pablo Neruda, Confesso che ho vissuto, e poi gettereste l’occhio su un vecchio Adelphi, in condizioni a dir poco precarie: Parsifal, i racconti del Caos che è quanto di più vicino a Borges sia attualmente in possesso della Biblioteca.



Pardon, sono stato risucchiato da Youtube.

Dopo tanta narrativa, vi verrà voglia di un saggio, e risalendo dal Cile verso il Perù, scoprirete I simboli Maya, Inca e Aztechi di Heike Owusu, perfetto come introduzione alla lettura de La conquista dell’America di Cvetan Todorov (che in Biblioteca non c’è, ma se volete ve lo presto io), e infine, per cambiare secolo senza cambiare il nocciolo della questione, Ernesto Che Guevara, un film di Roberto Massari, dopo il quale sarete certamente dell’umore adatto per leggere Rulli di tamburo per Rancas di Manuel Scorza, il romanzo scritto dai Comuneros in rivolta, o magari, al contrario, virerete sui classici, Marquez, Vargas Llosa, e così, fino all’Ecuador, quando sarà già ora di riprendere l’aereo e tornare a Lipsia, a restituire tutti i libri che avete preso in prestito prima di partire. 

Se invece, tra un Glühwein e l’altro, avete soltanto voglia di un bel libro, un fumetto o un film, la Biblioteca di Italiani a Lipsia è aperta ed è come sempre a vostra disposizione.

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